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Caratteristiche mediche della psoriasi e possibili interventi risolutivi.
La psoriasi è una malattia della pelle caratterizzata da chiazze di colore rosso vivo, coperte da abbondanti squame biancastre, di dimensione, forma ed estensione estremamente variabili. E’ di solito poco pruriginosa.
Si localizza spesso al capillizio, alle superfici estensorie degli arti (gomiti, ginocchia), alla regione lombo-sacrale; può essere molto diffusa fino ad interessare tutto il corpo; talora può colpire invece le pieghe (psoriasi invertita); in alcuni casi sono presenti innumerevoli pustole sterili (psoriasi pustolosa).
Di regola non è pericolosa per la vita, ma in alcuni casi (psoriasi pustolosa ed eritrodermica) può essere assai grave.
Colpisce egualmente i due sessi, con leggere prevalenza nei maschi, e può insorgere a qualsiasi età, con predilezione per l’infanzia (nel 15% dei casi) e l’età giovanile.
Nel 5,4% dei casi si accompagna in modo evidente ad un’artrite che può essere gravemente invalidante.
E’ una malattia spesso familiare, con predisposizione ereditaria multigenica (fino ad ora sono stati individuati almeno sei geni ad essa correlati); per il suo manifestarsi occorrono fattori scatenanti, come infezioni virali o batteriche, traumi fisici, stress emotivi, alcuni farmaci come i beta-bloccanti, gli antinfiammatori non steroidei, i sali di litio, l’interferone, eccetera.
La psoriasi è una malattia presente in tutto il mondo, con una prevalenza di circa il 2% nelle popolazioni d’origine europea. Si calcola che in Europa circa 14,5 milioni di persone siano affette da tale patologia. Negli USA gli psoriasici sarebbero sette milioni e in Italia circa 1.250.000.
Per il suo decorso cronico-recidivante, la possibilità di presentare un andamento grave ed inabilitante deve essere considerata una malattia sociale, non soltanto per il forte impatto psicologico individuale, ma anche per la sua rilevanza economica a livello collettivo.
E’ evidente che la malattia può significativamente incidere sulla vita di relazione, sul piano affettivo, lavorativo ed economico, specialmente quando essa insorge in giovane età, quando presenta caratteri di gravità considerevole o si localizza alle sedi visibili o si accompagna ad artrite. Gli episodi o le sensazioni di repulsione da parte degli altri portano spesso a seri problemi d’adattamento nell'ambito lavorativo ed affettivo, che in molti casi inconsciamente possono condurre all'alcoolismo e perfino al suicidio.
Dal punto di vista economico e sociale è assai difficile calcolare il costo complessivo della psoriasi per cure farmacologiche o fisiche, ricoveri ospedalieri, soggiorni marini o termali, viaggi della speranza in località esotiche, giornate lavorative perse, eccetera. Uno studio recente riferisce negli Stati Uniti un impatto economico annuale approssimativo di 3,2 miliardi di dollari. Da una ricerca personale risulta che in Italia ogni psoriasico costa in media al Servizio Sanitario Nazionale circa 900 euro l’anno tra farmaci e ricoveri, mentre di tasca sua ne spende circa 450.
La cura della psoriasi ha fatto grandi progressi negli ultimi anni e attualmente esistono numerosi farmaci che, sapientemente usati, possono portare ad una sua remissione completa. E’ importante raggiungere, se possibile, la totale scomparsa delle manifestazioni cutanee, poiché in questo caso le recidive sono molto meno frequenti e più distanziate nel tempo.
Nei casi più gravi si ricorre a terapie generali come:
- Fotochemioterapia (PUVA): assunzione di particolari sostanze fotosensibilizzanti (psoraleni che possono essere usati anche per via esterna) seguita dall’applicazione di raggi ultravioletti A: è una cura costosa, che richiede speciali apparecchi e molto tempo al paziente ed al personale sanitario.
- Methotrexate o altri farmaci citostatici: molto efficace soprattutto nella psoriasi artropatica, ma prescrivibile con cautela a pazienti selezionati e solo da medici esperti in quanto potenzialmente tossico per il fegato e per il sistema emopoietico.
- Retinoidi (acitretina): utili soprattutto nella psoriasi pustolosa, ma teratogeni e quindi da non usare nelle donne in età fertile.
- Ciclosporina A: è un immunomodulatore ad azione specifica, molto efficace anche nella psoriasi artropatica. Non va usata nei pazienti ipertesi, nefropatici o portatori di malattie infettive.
Le terapie sistemiche sono necessarie in non più del 25% dei pazienti, mentre nel rimanente 75% sono sufficienti le cure locali, che in ogni caso vanno usate anche quando si deve ricorrer alle cure generali.
Localmente, dopo l’allontanamento delle squame mediante unguenti contenenti acido salicilico, urea o glicole propilenico, si applicano i principi attivi che possono essere quelli tradizionali, come cortisonici, catrami, ditranolo, o sostanze più attuali, come il calcipotriolo, il tacalcitolo o il tazarotene, si tratta in genere di sostanze liofile, che hanno una maggiore penetranza ed efficacia se sono applicate con tecniche occlusive; queste si ottengono o con films di sostanze plastiche adesive o meglio con appositi tessuti e indumenti parzialmente o totalmente impermeabili.
Nella psoriasi esiste il cosiddetto fenomeno di Koebner, o dell’isomorfismo reattivo, per cui, ove la pelle viene traumatizzata o irritata, compaiono nuove lesioni psoriasiche. E’ quindi importante che gli indumenti indossati dai pazienti psoriasici siano ben tollerati dalla cute, non siano traumatizzanti e che non provochino irritazione o reazioni allergiche
I tessuti potrebbero avere anche un ruolo attivo nella terapia della psoriasi, mediante la somministrazione lenta e duratura di sostanze attive localmente nelle sedi ove è presente la malattia.
Per il futuro, si possono preconizzare bendaggi o indumenti preparati con tessuti a fibre cave, trattati con strati di ciclodestrine o con tecniche di microincapsulazione, che possano essere caricate con farmaci attivi e permetterne il rilascio graduale e continuo nelle sedi prescelte.