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Work shop: Progetto di valorizzazione delle lane autoctone.
“Valorizzazione delle lane autoctone” è un progetto di cooperazione transnazionale finanziato dall’iniziativa comunitaria LEADER II e realizzato dal GAL Valle Elvo (Piemonte) in collaborazione con aree italiane : Anglona Monte Acuto (Sardegna), Monti Sibillini Marche (Marche) e aree spagnole (Valladolid Norte e Montanas del Teleno ( Castilla y Leon)
Nelle aree interessate dal progetto si riscontrano abbondanza di capi ovini e di materia prima (lana) inutilizzata o razze a rischio di estinzione, lavorazioni tradizionali che si stanno perdendo ma anche esempi di know-how, capacità tecnico professionali e tecnologie applicabili a lane di qualità non elevata.
Il progetto “Valorizzazione lane autoctone” è un “progetto di valorizzazione di una risorsa locale” finalizzato alla promozione produttiva di un settore quale quello ovino, che trova condizioni favorevoli nell’ambiente rurale dei territori dei partners interessati.
Utilizzare la lana di razze ovine autoctone, essenzialmente da carne e da latte, come la sarda, la castigliese o la biellese, o recuperare una razza in via di estinzione come la sopravvissana, significa non solo trovare una valida integrazione economica nel comparto dell’allevamento ovino, ma anche recuperare una risorsa tradizionale, riscoprire antichi saperi locali, incentivare la produzione di manufatti legati al costume locale e richiamare così quegli elementi culturali che caratterizzano e identificano maggiormente i contesti rurali. Significa in definitiva trasformare una situazione produttiva in pericolo (per gli inesistenti margini di vantaggio economico) in una chance.
“Valorizzazione le lane autoctone” non è un lancio di nuovi prodotti tessili sul mercato o un’operazione commerciale, ma un progetto che ha diverse finalità quali la tutela ambientale, la difesa dell’economia montana e il rilancio di aree rurali svantaggiate ma con notevoli patrimoni culturali e paesaggistici.
Gli obiettivi perseguiti dal progetto possono essere così sintetizzati:
- Utilizzo di una materia prima poco valorizzata sfruttando tecnologie all’avanguardia e studiando impieghi innovativi;
- Soluzione di un problema ambientale: la lana ora in parte abbandonata nei pascoli è inquinante; in Italia è considerata rifiuto speciale;
- Creazione di prodotti commerciali turistici fortemente collegati all’identità di un luogo (parchi, ecomusei ecc.);
- Integrazione del reddito degli allevatori ovini (ormai veri custodi del territorio);
- Individuazione di procedimenti e prodotti innovativi per l’utilizzo delle lane autoctone.
Il progetto ha consentito la realizzazione di un campionario di abbigliamento (gilet, giubbotti, scialli) e un prodotto promozionale, una coperta denominata “Plaid del Giubileo” (realizzata nell’anno 2000) che ha avuto un notevole successo a livello di sperimentazione europea tanto che il progetto è stato selezionato tra i migliori 30 in ambito del programma LEADER II.
Inoltre la lana autoctona è stata utilizzata per la produzione di feltri con i quali è stata realizzata dalla Provincia di Biella, una campagna promozionale di prodotti locali. Con il feltro sono stati confezionati dei contenitori (bauletti e portabottiglie) per la vendita di prodotti e vini locali in occasione del natale 2001. L’utilizzo del feltro si presta per una grande varietà di prodotti da legare a manifestazioni ed eventi locali (borse per convegni e gadgets vari).
Il futuro del progetto
La valorizzazione delle lane autoctone prevede un ulteriore sviluppo con il progetto “Le lane dei Parchi” in collaborazione con Lega Ambiente, l’Agenzia lane d’Italia, Federparchi, gli Enti parco nazionali nella cui area sono presenti razze ovine da salvaguardare e valorizzare.