Inventario
La qualificazione delle produzioni europee attraverso la “tracciabilità.
La protezione della salute del consumatore è una delle principali qualità delle produzioni tessili europee e può rappresentare un elemento di distinzione ed un valore aggiunto rispetto alle produzioni a basso costo provenienti dai paesi in via di sviluppo che in questi giorni stanno “invadendo” i mercati europei.
ATI e SMI, le Associazioni del settore Tessile-Abbigliamento stanno operando sia a livello nazionale sia a livello europeo affinchè la “tracciabilità” obbligatoria delle produzioni europee e delle merci importate diventi realtà nel più breve tempo possibile ed il consumatore sia messo in grado di poter scegliere sulla base di informazioni precise e poter apprezzare meglio i caratteri distintivi di ciò che gli viene offerto
La sicurezza del prodotto è uno dei pilastri su cui poggia la tracciabilità. A questo si affianca anche la protezione dell’ambiente ed il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.
La tracciabilità inoltre sarebbe un formidabile strumento per garantire in maniera automatica la qualità di un articolo poichè legata all’area geografica di provenienza e per valorizzare il momento produttivo italiano ed europeo, inteso quindi non solo come capitale economico, ma anche come capitale culturale e sociale.
Il consumatore potrebbe così conoscere le informazioni relative al prodotto che acquista e potrebbe valutarne la qualità, i “criteri” etici, il valore.
In concreto si tratterebbe di una “ETICHETTA” applicabile a prodotti finiti (od a semilavorati) che riporta l’ “origine” - definita sulla base delle “regole doganali non preferenziali” – degli “stati” fondamentali attraverso cui è stato realizzato il prodotto: filati e tessuti utilizzati per i semilavorati o per prodotto finito e capo confezionato.
Il modello sarebbe applicabile nel rispetto delle regole del commercio internazionale e degli strumenti normativi esistenti e di semplice uso perché senza oneri aggiuntivi per le imprese e facilmente controllabile.
I documenti a supporto del “made in..” e della “tracciabilità” sono stati molteplici:
•13/12/04 – “Petizione: per un commercio trasparente, equo e sostenibile nel settore Tessile-Abbigliamento” Sottoscrittori (oltre alle Associazioni europee): Associazione Tessile Italiana, Sistema Moda Italia, Tessilvari, Filtea-CGIL, Femca-CISL, Uilta-UIL.
-> 200.000 firme raccolte in Europa (100.000 solo in Italia)
“…….si invitano tutti gli Stati-membri a cooperare con la Commissione Europea affinché, in previsione e a seguito del 1° gennaio 2005:
….. che la UE aumenti i propri sforzi per far adottare, in tutti i paesi (e quindi anche in Cina), i principali standard di tutela del lavoro e dei lavoratori e, più in generale, che si adoperi ad assicurare uno sviluppo sostenibile sulla base della reciprocità nel rispetto delle più elementari norme sociali ed ambientali. Anche per questi motivi la UE dovrebbe assicurare una maggiore trasparenza e un miglior controllo riguardo all’origine dei prodotti (made in…obbligatorio).”
•21/10/04: “Documento congiunto di politica industriale”
“Resta ferma la necessità di ….proseguire il forte impegno al livello europeo per l’introduzione dell’obbligatorietà della etichettatura di origine (Made in Italy) sui prodotti del sistema tessile abbigliamento moda, anche in prospettiva dell’introduzione di un sistema di “tracciabilità dei prodotti” per valorizzare le produzioni prevalentemente o integralmente realizzate in Italia;
•……contrastare più efficacemente tutte le frodi, il dumping sociale e quello eco-tossicologico (anche attraverso campagne di comunicazione rivolte al grande pubblico)…”