Inventario
La solidarietà
Titolo del pannello senza titolo
Sezione LA SOLIDARIETÀ
Numerazione mostra 2
Testo: a cura di Simonetta Vella pubblicato nel catalogo “Alluvione trent'anni dopo” a pp. 35-36 (testo integrale pp. 34-37).
Nel pannello ci sono tre fotografie in B/N:
- Angeli del fango.
in alto a sinistra operazioni di sgombero fango e detriti da un opificio tessile, in primo piano tre giovani ragazze sorridenti tolgono fango con secchi. Si vedono, sullo sfondo, altri ragazzi stanno spalando fango.
Sul terreno spessa coltre di fango e detriti eterogenei. Fotografia pubblicata nel sito del Comune di Veglio, didacalia “Fraz. Romanina – Studenti volontari".
La fotografia è pubblicata ne Alluvione trent'anni dopo”, p.39
- al centro, non pubblicata nel catalogo, camionette militari con rifornimenti avanzano fra la folla.
- fotografia in basso, 9 volontari uomini seduti in una pausa pranzo, si vedono panini e bottiglie d'acqua, sui gradini fango e alberi caduti per l'alluvione
Sul terreno spessa coltre di fango e detriti eterogenei. Fotografia pubblicata nel sito del Comune di Veglio didacalia “Fraz. Picco Riposo".
La fotografia è pubblicata ne Alluvione trent'anni dopo”, p. 41.
Testo del pannello, pubblicato nel catalogo Alluvione trent'anni dopo”, pp. 35-37:
La solidarietà
(testo di Simonetta Vella, fotografie di Franco Antonaci)
Solidarietà, fratellanza, amore per il prossimo, sentimento di classe: sono tante sfaccettature della stessa spinta emotiva che in quei giorni contribuisce a far raggiungere alle operazioni di soccorso una efficienza notevole.
La solidarietà si manifesta in altre mille forme.
Tra queste, la raccolta di generi di conforto e l'apertura di sottoscrizioni pubbliche.
Il coordinamento della complessa macchina dei soccorsi e dell'organizzazione dei volontari è affidato al sindaco di Biella franco Borri Brunetto, anche nella sua qualità di presidente del Consorzio dei comuni.
La direzione generale delle operazioni ha le sue sedi operative nella palestra Rivetti, dove è attrezzato il magazzino viveri e generi di conforto diretto dall'assessore Lidia Lanza. I venti elicotteri che giornalmente fanno la spola tra la città e le vallate del Biellese orientale hanno allo stadio La Marmora il loro campo base, affidato al coordinamento del Soccorso alpino.
Come si è detto, anche il Comitato organizzato dalla CGIL ha i suoi centri di raccolta e smistamento a Biella, a Cossato e a Valle Mosso, come pure l'ODA.
Viveri, coperti e altri generi di prima necessità vengono destinati ai paesi delle vallate.
Numerosissimi sono i conti correnti aperti dalle organizzazioni: i sindacati, l'Unione industriale, i giornali locali, La Stampa, i partiti, le associazioni di categoria raccolgono nel breve volgere di pochi giorni diecin3 di milioni; agli stanziamenti dello Stato, della Provincia di Vercelli, della Regione Piemonte si aggiungono i contributi straordinari di diecine di amministrazioni comunali e provinciali di tutta Italia.
La raccolta di fondi nella città di Ivrea Finanzia la ricostruzione del ponte che oggi porta il suo nome.
Una straordinaria prova di compattezza la danno i lavoratori della provincia che, su invito dei sindacati, accettano di “trasformare il 14 novembre in una giornata di solidarietà”, astenendosi dallo sciopero nazionale generale di otto ore già indetto e devolvendo il corrispettivo di una giornata di lavoro (in media 2.500 lire) alle popolazioni colpite. Analogo invito rivolse l'Unione industriale alle aziende associate: 5000 lire per ogni dipendente. Si tratta non solo di portare aiuti immediati alla popolazione: è stato ferito gravemente un patrimonio industriale inestimabile, fatto di centinaia di opifici e di una manodopera altamente specializzata, frutto di un secolo di lavoro e insieme garanzia per il futuro delle nuove generazioni: sono in pericolo 13.000 posti di lavoro.
Fin dalle prime ore sindacati e industriali, interpretando un sentimento comune, dichiarano di voler difendere tale patrimonio, e la destinazione dei fondi per la ricostruzione è il punto nevralgico intorno al quale ruotano le richieste, le discussioni, i confronti anche aspri dei mesi e degli anni successivi.
L'alluvione ha modificato il tessuto economico e sociale di quelle vallate, cancellando brutalmente le imprese tecnologicamente e finanziariamente meno solide e accelerando le trasformazioni tecnologiche.
Ma il temuto esodo delle industrie non è avvenuto.
I segni del passaggio dell'acqua sono rimasti, nel male ma anche nel bene..
Quella drammatica ma straordinaria esperienza che per poco più di una settimana affratellò nel lavoro centinaia di persone ha lasciato dei legami che a trent'anni di distanza non si sono allentati. Molti abitanti di Campore mantengono vivi i rapporti di amicizia con quei parrocchiani di Priocca d'Alba che, guidati da Don Battaglino, erano stati ospitati nei locali dell'oratorio; così come le diecine di bambini che avevano trovato ospitalità presso famiglie della Valle d'Aosta ne conservano, se non i rapporti, certo il ricordo: sono questi solo due dei tanti esempi che nel bilancio tragico di quei giorni devono essere tenuti in conto.
Il Biellese ha ricevuto tanto e, al di là degli aiuti materiali, sappiamo quanto sia importante, nei momenti difficili, non sentirsi soli.
Ci piace ricordare che questa terra, terra di emigranti e di immigrati, aveva a sua volta saputo dare. Come quando, nel lontano 1951, centinai di famiglie avevano accolto bambini vittime dell'alluvione del Polesine. Molti di quei bambini sono rimasti qui.
Questo conferma il detto che quanto di bene si fa per il prossimo non è mai perduto.