Inventario
Fondo
Fondo Officine Vergnasco di Chiavazza
Data: 1833 - 1990
Datazione calcolata
Data topica Chiavazza
Il fondo è stato donato al DocBi dai fratelli Gianni e Roberto Vergnasco (ultimi titolari delle Officine di Chiavazza) il 7 aprile 2009 tramite Bruno Cremona.
La documentazione è stata virtualmente e fisicamente suddivisa in due parti, quella prodotta o riconducibile alle Officine di Chiavazza in senso stretto e quella generata da soggetti produttori precedenti. Il vincolo storico archivistico è rappresentato dall’attività di Giovanni Vergnasco, dapprima impiegato (disegnatore meccanico) presso lo Stabilimento Meccanico Biellese e poi imprenditore in proprio. I documenti prodotti o riconducibili allo Stabilimento Meccanico Biellese e ai soggetti produttori precedenti sono confluiti nella documentazione delle Officine di Chiavazza proprio in virtù dell’evoluzione dell’attività di Giovanni Vergnasco.
Per ragioni di precedenza verso il soggetto produttore principale (Officine di Chiavazza), la strutturazione non ha tenuto conto dell’ordine cronologico di produzione dei documenti.
Per la documentazione relativa alla Officina Giuseppe Squindo, Tamagno & Musso, Tamagno Musso & Squindo e Vittorio Piana:
Giuseppe Squindo (originario di Gressoney) impianta a Biella la sua officina del 1870 di fronte alla stazione ferroviaria Biella-Santhià. Nel 1884 si associa con Tamagno e Musso (con i quali rileverà, nel 1885, l'officina di Francesco Caneoa). Nel 1900 la ditta cambierà denominazione in Stabilimento Meccanico Biellese (vedi Coda Bertetto A., L'industria Biellese, Biella 1984). Nel 1934 lo Stabilimento Meccanico Biellese è già in liquidazione (vedi gli annuari generali della Associazione dell'Industria Laniera Italiana 1926 e 1934). La ditta Vittorio Piana era stata invece fondata nel 1923 a Chiavazza ed era specializzata nella costruzione di macchine per la tintura in matassa e in tops (vedi Annuario Generale dell'Associazione dell'Industria Laniera Italiana del 1926).
Per la documentazione relativa alle Officine di Chiavazza:
Nel testo "Bozza di cronistoria delle Officine di Chiavazza per l'Albo d'Onore del Comune di Biella" è scritto che le Officine di Chiavazza sono nate prima della Grande Guerra, probabilmente nel 1906, per iniziativa di tre soci: Riccardo Ceria, Ermanno Chiappa e Giovanni Vergnasco. Per tutto il periodo bellico la produzione è di tipo militare (proiettili), poi, con l'ingresso nella società di Vittorio Piana, la ditta comincia a costruire macchinario tessile. Nel 1931, liquidati i soci, Giovanni Vergnasco (1877-1943) diventa l'unico proprietario coadiuvato dai figli Renzo e Fulvia. Nel 1948, Renzo Vergnasco ristruttura i fabbricati situati in via Milano. I figli di Renzo, Gianni e Roberto, proseguono l'attività dopo la morte del padre (1975) e dopo il ritiro della zia Fulvia. Ai tempi di Giovanni Vergnasco i dipendenti addetti erano 40, all'epoca della redazione della cronistoria si erano ridotti a 6-8. Nello stesso periodo, il 30% della produzione era destinata all'esportazione: Grecia, Russia, Marocco e Sud Africa.
Il nesso è rappresentato da Giovanni Vergnasco che, come detto, ebbe modo di formarsi e di raggiungere un certo grado di responsabilità presso lo stabilimento di via La Marmora prima di fondare l’officina a Chiavazza.
In qualità di disegnatore capo tecnico, il Vergnasco aveva accesso ai disegni depositati e sedimentati nello “Stabilimento Meccanico Biellese con Fonderia” e spesso risalenti ai tempi degli Squindo e dei successori di Francesco Canepa. Le macchine schematizzate in quelle cianografie, su quei lucidi o tradotte in schizzi su taccuini erano del tutto funzionali anche a distanza di decenni, spesso senza necessità di grandi modifiche.
Per questo motivo Giovanni Vergnasco riutilizzò aggiornandoli disegni vecchi di quaranta-cinquant’anni conservandoli poi nel suo archivio oggi custodito nel Centro di Documentazione dell’Industria Tessile alla “Fabbrica della Ruota”. Detti disegni tecnici, che coprono l’arco cronologico compreso tra il 1880 e il 1920 circa, riguardano macchine o parti di macchine tessili poi fornite a tutti gli opifici tessili biellesi, ma anche carpenteria metallica (per edilizia), impianti a fune, ascensori, gru e montacarichi, macchine idrauliche, turbine e pompe, macchine per lavorazioni agricole, utensileria ecc.
Il fondo è composto da documenti, elaborati tecnico-grafici (disegni meccanici), pubblicazioni (cataloghi tecnici e libri, questi ultimi inseriti nella Biblioteca Tessile del Centro di Documentazione dell’Industria Tessile Biellese), immagini fotografiche e oggetti vari
La documentazione è stata virtualmente e fisicamente suddivisa in due parti, quella prodotta o riconducibile alle Officine di Chiavazza in senso stretto e quella generata da soggetti produttori precedenti. Il vincolo storico archivistico è rappresentato dall’attività di Giovanni Vergnasco, dapprima impiegato (disegnatore meccanico) presso lo Stabilimento Meccanico Biellese e poi imprenditore in proprio. I documenti prodotti o riconducibili allo Stabilimento Meccanico Biellese e ai soggetti produttori precedenti sono confluiti nella documentazione delle Officine di Chiavazza proprio in virtù dell’evoluzione dell’attività di Giovanni Vergnasco.
Per ragioni di precedenza verso il soggetto produttore principale (Officine di Chiavazza), la strutturazione non ha tenuto conto dell’ordine cronologico di produzione dei documenti.
Per la documentazione relativa alla Officina Giuseppe Squindo, Tamagno & Musso, Tamagno Musso & Squindo e Vittorio Piana:
Giuseppe Squindo (originario di Gressoney) impianta a Biella la sua officina del 1870 di fronte alla stazione ferroviaria Biella-Santhià. Nel 1884 si associa con Tamagno e Musso (con i quali rileverà, nel 1885, l'officina di Francesco Caneoa). Nel 1900 la ditta cambierà denominazione in Stabilimento Meccanico Biellese (vedi Coda Bertetto A., L'industria Biellese, Biella 1984). Nel 1934 lo Stabilimento Meccanico Biellese è già in liquidazione (vedi gli annuari generali della Associazione dell'Industria Laniera Italiana 1926 e 1934). La ditta Vittorio Piana era stata invece fondata nel 1923 a Chiavazza ed era specializzata nella costruzione di macchine per la tintura in matassa e in tops (vedi Annuario Generale dell'Associazione dell'Industria Laniera Italiana del 1926).
Per la documentazione relativa alle Officine di Chiavazza:
Nel testo "Bozza di cronistoria delle Officine di Chiavazza per l'Albo d'Onore del Comune di Biella" è scritto che le Officine di Chiavazza sono nate prima della Grande Guerra, probabilmente nel 1906, per iniziativa di tre soci: Riccardo Ceria, Ermanno Chiappa e Giovanni Vergnasco. Per tutto il periodo bellico la produzione è di tipo militare (proiettili), poi, con l'ingresso nella società di Vittorio Piana, la ditta comincia a costruire macchinario tessile. Nel 1931, liquidati i soci, Giovanni Vergnasco (1877-1943) diventa l'unico proprietario coadiuvato dai figli Renzo e Fulvia. Nel 1948, Renzo Vergnasco ristruttura i fabbricati situati in via Milano. I figli di Renzo, Gianni e Roberto, proseguono l'attività dopo la morte del padre (1975) e dopo il ritiro della zia Fulvia. Ai tempi di Giovanni Vergnasco i dipendenti addetti erano 40, all'epoca della redazione della cronistoria si erano ridotti a 6-8. Nello stesso periodo, il 30% della produzione era destinata all'esportazione: Grecia, Russia, Marocco e Sud Africa.
Il nesso è rappresentato da Giovanni Vergnasco che, come detto, ebbe modo di formarsi e di raggiungere un certo grado di responsabilità presso lo stabilimento di via La Marmora prima di fondare l’officina a Chiavazza.
In qualità di disegnatore capo tecnico, il Vergnasco aveva accesso ai disegni depositati e sedimentati nello “Stabilimento Meccanico Biellese con Fonderia” e spesso risalenti ai tempi degli Squindo e dei successori di Francesco Canepa. Le macchine schematizzate in quelle cianografie, su quei lucidi o tradotte in schizzi su taccuini erano del tutto funzionali anche a distanza di decenni, spesso senza necessità di grandi modifiche.
Per questo motivo Giovanni Vergnasco riutilizzò aggiornandoli disegni vecchi di quaranta-cinquant’anni conservandoli poi nel suo archivio oggi custodito nel Centro di Documentazione dell’Industria Tessile alla “Fabbrica della Ruota”. Detti disegni tecnici, che coprono l’arco cronologico compreso tra il 1880 e il 1920 circa, riguardano macchine o parti di macchine tessili poi fornite a tutti gli opifici tessili biellesi, ma anche carpenteria metallica (per edilizia), impianti a fune, ascensori, gru e montacarichi, macchine idrauliche, turbine e pompe, macchine per lavorazioni agricole, utensileria ecc.
Il fondo è composto da documenti, elaborati tecnico-grafici (disegni meccanici), pubblicazioni (cataloghi tecnici e libri, questi ultimi inseriti nella Biblioteca Tessile del Centro di Documentazione dell’Industria Tessile Biellese), immagini fotografiche e oggetti vari