Dalla “Little Germany” a Vigliano per pettinare la lana
da "Eco di Biella" del 20 febbraio 2023 [Danilo Craveia]
Pettinatura Italiana Limited. “Oggetto della Società: la Società ha per oggetto la pettinatura della lana naturale; può, a norma dell’atto costitutivo e dello statuto e regolamento sociale, esercire qualsiasi altra industria della lana e di ogni altra sostanza fibrosa. Essa può inoltre assumere qualsiasi impresa, azienda od affare, non esclusa la costruzione di macchine, l’acquisto e l’esercizio di miniere di carbone fossile, l’industria ed il commercio di prodotti chimici etc. ai fini dell’industria che è oggetto principale della Società”. Quella costituita il 7 aprile 1905 era una società focalizzata sulla produzione laniera ma, in “stile” molto british, non si chiudeva nessuna porta e tale atteggiamento rispecchia la mentalità della rivoluzione industriale inglese, basata non solo sulla lana, ma anche sulle macchine che, in origine, erano costruite dai medesimi imprenditori tessili. Idem per gli ausiliari chimici. L’impresa britannica degli albori era “totale”, cioè tutto ciò che serviva doveva/poteva essere autoprodotto. Ancora idem per la forza motrice: fa effetto pensare a un’azienda “biellese” che poteva occuparsi di miniere di carbone da cui estrarre il combustibile per ricavare vapore, cioè il moto per i suoi macchinari.
La domanda attende una risposta da una settimana. Chi erano gli inglesi che fondarono la Pettinatura Italiana Ltd in quel di Bradford, costituita il 7 aprile e registrata il 10 aprile 1905? Quel giorno, al civico 8 di Piccadilly, erano presenti Frederick Backhaus “manager” e Frederick William Krüger “buyer” (compratore) entrambi per conto della Daniel & Rudolf Delius, Frederick Wood commerciante laniero, John Lennon “buyer” entrambi per conto della Wood & Hentzen, Thomas Paton “chartered accountant” (ragioniere commercialista), William Arthur Sands “incorporated accountant” (ragioniere contabile) e William Ernest Tetley “solicitor” (avvocato procuratore). Era presente anche l’avvocato Robert C. Maude, impiegato presso lo studio Wade, Bilbrough, Tetley & Co. ove si stava formalizzando l’atto. Nessun Hill e nessun Trossi. Di quest’ultimo la funzione sarebbe stata ufficialmente sancita con la nomina ad agente rappresentante della società datato 15 febbraio 1906. Del vero “big” della situazione, però, ossia Sir James Hill, a quello stadio iniziale la presenza non è altrettanto evidente. Non è da escludere che uno o più d’uno o tutti i costitutori fossero dei prestanome o, più elegantemente, dei procuratori in affari. Non è da escludere che uno o più d’uno o tutti i costitutori fossero dei prestanome o, più elegantemente, dei procuratori in affari. I documenti d’archivio, tuttavia, smentiscono per Delius e Hentzen solo un ruolo passivo. Quelle persone avevano una loro rilevanza, una loro storia. Frederick Backhaus e Frederick William Krüger agivano per la Daniel & Rudolf Delius. Quella dei Delius era (anzi, è tuttora dopo nove generazioni) una famiglia di imprenditori tessili fin dall’inizio del Settecento. Nel 1722 Johan Caspar Delius aveva fondato a Bielefeld (Renania-Vestfalia, tra Dortmund e Hannover) una casa di commercio specializzata nel lino. Bielefeld, fin dal Quattrocento era, infatti, la “città del lino”. La Storia, però, portò i Delius verso la filatura della lana, poi verso la seta e, infine, alla metà dell’Ottocento, verso l’Inghilterra. A Bradford, in Arundel Street, contribuirono a creare quella che si chiama “Little Germany”, cioè una enclave socio-culturale ed economica di tedeschi che avevano avuto modo di mettere radici nello Yorkshire.
Nel 1876 la Daniel & Rudolf Delius era già una casa di commercio laniero “inglese” a tutti gli effetti. Trent’anni dopo era parte dell’architettura finanziaria e imprenditoriale che permise alla Pettinatura Italiana Ltd di nascere e vivere per una dozzina d’anni. Frederick Delius (1862-1934), celebre musicista, veniva dalla “Little Germany”, rampollo di quei Delius che strinsero la mano a Carlo Trossi e i due uomini che la Daniel & Rudolf Delius incaricò per la costituzione della ditta che avrebbe esportato in Italia la pettinatura su vasta scala avevano senza dubbio origini tedesche. Nella “Little Germany” sorta al centro di Bradford c’erano fabbriche e uffici, palazzi e chiese. Un cuore teutonico che batteva in un petto anglosassone. Quel corpo viveva di un sangue speciale, la lana, tosata in ogni angolo del globo, ossia in tutto l’Impero. Inglesi e tedeschi, nel giro di un paio di generazioni, avevano stretto vincoli commerciali e personali particolarmente saldi e i sodalizi imprenditoriali come quelli matrimoniali “misti” erano una regola, anzi una buona pratica. Frederick Wood, per esempio, si era associato con due tedeschi. Un non meglio identificato Schlundt e quell’Arthur Hentzen già incontrato la settimana scorsa: uno dei “directori” che aveva firmato il documento di ingaggio di Carlo Trossi. Il titolare Wood e il suo “buyer” John Lennon rappresentavano quella casa (che aveva anche una filiale a Lipsia, perchè i legami con la Germania non erano stati del tutto recisi, anzi). Qualche anno dopo la costituzione della Pettinatura Italiana Ltd, la ditta di Bank Street fu rilevata dal solo Hentzen. Arthur Hentzen era nato a Hattingen, in Germania, il 20 febbraio 1875 da una famiglia benestante. Come molti figli minori dovette farsi strada nel mondo, poiché il figlio maggiore avrebbe ereditato l’azienda di famiglia. Per questa ragione il giovane Herr Hentzen emigrò in Inghilterra e fece fortuna con la lana. Viveva a Ilkley, qualche chilometro a nord di Bradford. Nel villaggio ove risiedeva, nel 1937, fece costruire lo “Shrine of rest”, cioè un “santuario del riposo”, nel Coppy Wood. Un tempietto tra gli alberi dedicato alla quiete nella natura. Arthur Hentzen morì improvvisamente a Bad Neuenahr, in Germania, il 28 dicembre 1949, nello stesso anno in cui si spense Carlo Felice Trossi, il campione di automobilismo nipote del vecchio Carlo. Paton, Sands e Tetley parteciparono alla riunione nelle loro vesti di tecnici.
Thomas Paton (anche quale socio dello studio Thomas Paton, Boyce & Co.) rimase fedele alla Pettinatura Italiana Ltd fino alla fine. Nel 1916, quando la società fu sciolta, fu Paton ad agire in qualità di liquidatore. “Tom” Paton era una personalità nella cittadina inglese, anche se era scozzese di nascita (Ratho, Midlothian, 1871). Fu anche uomo di sport e protagonista della storia calcistica di Bradford prima della Grande Guerra. Il sito bradfordsporthistory.com afferma che “rimase direttore dello studio Paton, Boyce e Welch fino al 1945 e varie volte fu direttore della Salts (Saltaire) Limited, la società che gestiva il grande mulino di Sir Titus Salt”. Morì nel 1946.
Anche l’avvocato Tetley fu tra coloro che liquidarono la prima “Pettina”. Lo studio Wade, Bilbrough, Tetley & Co. era già ben avviato prima del 1905 e rimase tale anche dopo che gli inglesi e Trossi si separarono nel 1916. William Ernest Tetley (1861-1925) era di East Witton, un villaggio a nord delle dolci vallate delle Dales. Il suo nome ricorre con assiduità nelle statistiche dei professionisti della legge, soprattutto in riferimento al diritto commerciale. La sua firma, in qualità di testimone, si legge in calce all’atto di nomina a liquidatore in capo a “Tom” Paton (6 aprile 1916). Aveva vissuto tutta la vita della “Pettina”, l’aveva tenuta a battesimo e le diede l’estremo saluto. Un’occhiata ai bilanci della Pettinatura Italiana Ltd (sono disponibili presso l’Archivio di Stato di Biella) offre qualche ulteriore spunto di riflessione circa quella peculiare esperienza industriale. Il primo documento di contabilità, quello del 29 dicembre 1906, è sottoscritto da Thomas Paton, quale sindaco/revisore contabile. Riguarda il bilancio al 30 settembre 1906 e informa che lo stabilimento era entrato in esercizio il 20 marzo e che la minima perdita registrata era ampiamente prevista e giustificata. L’opificio (edificio, pertinenze, diritti d’acqua, forza motrice e macchinari) che Carlo Trossi aveva conferito alla neonata Pettinatura Italiana Ltd valeva quasi 602 mila lire, cui si potevano aggiungere le 1.600 lire della scuderia. All’epoca il cambio lira/sterlina era di venticinque contro una. Due anni dopo, in occasione della presentazione del bilancio (in perdita) all’assemblea degli azionisti (in programma al 5 di Piccadilly il 29 dicembre 1908), sulla relazione sintetica dell’andamento della società si legge il nome di James Hill quale presidente dei direttori. In questo documento si delinea, finalmente, la posizione di James Hill come presidente di quel consiglio di amministrazione composto da quattro membri.
Gli altri erano Hentzen, Trossi e Robert Percy Saint-Martin Delius. Robert (1875-1966). Quest’ultimo era figlio di Johann Daniel Delius (1838-1901) e di Stephanie Saint-Martin (1847-1890). Aveva ereditato dal padre e dallo zio Rudolf (1847-1903) l’azienda di famiglia. Rudolf era sposato con Anna Peltzer (dalla quale ebbe tre figlie), probabilmente legata alla famosa casa Peltzer, tra le più rilevanti nel commercio laniero di Verviers. Robert aveva due sorelle maggiori e due fratelli minori. Questi ultimi, a quanto pare, non lo affiancarono nella conduzione dell’azienda (Daniel Edwin scelse la carriera militare e di Stephen si perdono le tracce dopo il matrimonio con Margeret Dawson). Nel 1909 si realizzarono i primi utili e nella scuderia c’era già un’automobile. Nel 1910 si aggiunse un camion. Nel 1911 fu deciso un significativo aumento di capitale. Nel 1913 il bilancio era soddisfacente e la sterlina valeva ancora venticinque lire. Tre anni dopo, probabilmente in ragione della guerra in corso, la Pettinatura Italiana Ltd fu sciolta. Il presidente del cda non era più James Hill, ma Robert Delius. Questo accadeva in primavera. Il 24 ottobre 1916, Carlo Trossi, suo figlio Felice e Giovanni Rivetti fondavano la “Pettinatura Italiana di Vigliano”, e da lì iniziava un’altra storia.