Evento
Biella. Ritratto di una città fabbrica
Data: novembre 2019-febbraio 2020
Il progetto del Centro di documentazione della Camera del lavoro è un'operazione culturale partecipata, una narrazione per immagini articolata in cinque sedi espositive, in ciascuna delle quali sono proposti argomenti correlati al tema generale. Oltre allo Spazio Cultura, dove è stato narrato il progressivo cambiamento della città “fordista” modellata dalle esigenze funzionali del sistema di fabbrica, le mostre sono state allestite alla Camera del lavoro, alla Fondazione Sella, alla Biblioteca di Città Studi, a Cittadellarte Fondazione Pistoletto.
La CGIL, a partire dalla facciata e poi in un film proiettato nel salone, racconta la sua storia ultracentenaria (nasce nel 1901, tra le prime in Italia). Alla Fondazione Sella protagonista è stato il Lanificio Maurizio Sella, esemplare testimonianza delle dinamiche produttive ed economiche avvicendatesi nel corso dei secoli fino ai giorni nostri. A Cittadellarte è stata raccontata la trasformazione del sito dalla Fabbrica Trombetta alla grande “fabbrica di tessuto sociale” che è oggi. Alla Biblioteca di Città Studi sono state esposte immagini che documentano l'insieme degli istituti di formazione professionale, di ricerca e di controllo della qualità sui quali il sistema industriale biellese fin dai primi anni successivi all’Unità d’Italia investe ingenti risorse.
Le fotografie provengono dagli archivi di prestigiose istituzioni culturali biellesi (oltre a quelle citate, la Biblioteca civica di Biella, il Santuario di Oropa, l'Istituto Tecnico Industriale, l'Istituto Commerciale E. Bona) e dei collezionisti Ermanno Bonicatti, Don Simone Rocco e Sergio Viana. L’evento, seconda edizione dell’operazione culturale “Qui c’entro”, si svolge nell’ambito del progetto Tessuto storico biellese, guidato dalla Provincia di Biella e sostenuto dalla Regione Piemonte.
Le immagini incorporano segni forti della comunità di fabbrica e costituiscono elementi di una autobiografia sociale. Accanto alla narrazione affidata alla potenza comunicativa delle immagini, un altro piano narrativo si sviluppa fuori dagli spazi espositivi, nello spazio cittadino, dove acquistano risonanza le suggestioni e le problematiche suscitate dalle fotografie. Suggestioni e interrogativi che, dalla città quale si presenta oggi ai nostri occhi, si proiettano in avanti su scenari di un futuro desiderabile. Immaginare nel tempo lungo della crisi nuove e concrete utopie significa rendere possibili interventi capaci di dare giusta e rispettosa destinazione ai patrimoni tangibili e intangibili sedimentati nell’arco di due secoli da una civiltà industriale, tuttora presente nel genius della città.
La CGIL, a partire dalla facciata e poi in un film proiettato nel salone, racconta la sua storia ultracentenaria (nasce nel 1901, tra le prime in Italia). Alla Fondazione Sella protagonista è stato il Lanificio Maurizio Sella, esemplare testimonianza delle dinamiche produttive ed economiche avvicendatesi nel corso dei secoli fino ai giorni nostri. A Cittadellarte è stata raccontata la trasformazione del sito dalla Fabbrica Trombetta alla grande “fabbrica di tessuto sociale” che è oggi. Alla Biblioteca di Città Studi sono state esposte immagini che documentano l'insieme degli istituti di formazione professionale, di ricerca e di controllo della qualità sui quali il sistema industriale biellese fin dai primi anni successivi all’Unità d’Italia investe ingenti risorse.
Le fotografie provengono dagli archivi di prestigiose istituzioni culturali biellesi (oltre a quelle citate, la Biblioteca civica di Biella, il Santuario di Oropa, l'Istituto Tecnico Industriale, l'Istituto Commerciale E. Bona) e dei collezionisti Ermanno Bonicatti, Don Simone Rocco e Sergio Viana. L’evento, seconda edizione dell’operazione culturale “Qui c’entro”, si svolge nell’ambito del progetto Tessuto storico biellese, guidato dalla Provincia di Biella e sostenuto dalla Regione Piemonte.
Le immagini incorporano segni forti della comunità di fabbrica e costituiscono elementi di una autobiografia sociale. Accanto alla narrazione affidata alla potenza comunicativa delle immagini, un altro piano narrativo si sviluppa fuori dagli spazi espositivi, nello spazio cittadino, dove acquistano risonanza le suggestioni e le problematiche suscitate dalle fotografie. Suggestioni e interrogativi che, dalla città quale si presenta oggi ai nostri occhi, si proiettano in avanti su scenari di un futuro desiderabile. Immaginare nel tempo lungo della crisi nuove e concrete utopie significa rendere possibili interventi capaci di dare giusta e rispettosa destinazione ai patrimoni tangibili e intangibili sedimentati nell’arco di due secoli da una civiltà industriale, tuttora presente nel genius della città.