Inventario
Fondo
Fondo Lanificio Pietro Trabaldo Togna
Data: 1900 - 2000
Datazione calcolata
Data topica Pray
Il fondo è, ad oggi, il più esteso tra quelli custoditi nel Centro di Documentazione. La documentazione riguarda principalmente l’attività del Lanificio Adolfo Trabaldo Togna di Pray, ma dalle carte emergono alcune testimonianze inerenti all’attività di almeno altre due ragioni sociali: la Trabaldo Pietro Togna e il Lanificio Piaceri-Torino, entrambi attivi a Pray e precedenti alla Adolfo Trabaldo Togna. Un discreto numero di campionari correda la voluminosa documentazione cartacea che è ancora in fase di riordino. La storia dell’azienda Trabaldo inizia nel 1840. A quell’epoca Quirino Trabaldo Togna importò dall'Inghilterra a Trivero i primi telai meccanici, dando vita così vità alla fabbrica. Come vero fondatore si deve però indicare il figlio Pietro che trasferì l’attività a Pianceri di Pray nella fabbrica che fu di Antonio Cerino Zegna. I primi anni del XX secolo videro così il vero boom della Trabaldo Pietro Togna: la direzione passò ai figli di Pietro, Adolfo, Quirino e Flaminio che, acquistando diversi stabilimenti e assorbendo altre realtà industriali, la portarono ad essere una delle aziende più importanti del settore tessile negli anni compresi tra i due conflitti mondiali. La Trabaldo Pietro Togna contava in questo periodo 3.000 dipendenti suddivisi in quattro unità produttive. Nel 1953 Flaminio e Quirino si separarono dal fratello e costituirono il lanificio Fratelli Trabaldo Togna, mentre il lanificio Trabaldo Pietro Togna diventò Adolfo Trabaldo Togna.
La parte più consistente della documentazione si riferisce all’esercizio del Lanificio Adolfo Trabaldo Togna, condotto dal figlio e successore di Pietro, articolato in più stabilimenti (a Pray, Pianceri e Flecchia). Sono complete le serie delle fatture e della corrispondenza (con copialettere) per i clienti ed i fornitori per il cinquantennio successivo agli Anni ’20. Idem per i registri di fabbrica. Anche le carte relative alla produzione (tra cui quelle prodotte in merito alla lavorazione e al commercio dei tessuti karakuls) e la documentazione relativa al personale sono pressoché integre e ben conservate. Oltre ai documenti legati all’attività in Valsessera, nel fondo si trovano anche carteggi riconducibili a varie realtà produttive (più che altro relative alla filatura) gestite a Torino sotto forma di società partecipate a cavallo dell’ultima guerra. I documenti riguardano gli ultimi trent’anni di attività del Lanificio Trabaldo Pietro Togna e i primi trenta di quella della fabbrica gestita dal figlio Adolfo. Sussiste una rassicurante continuità documentaria e appaiono complete le serie delle fatture e della corrispondenza (con copialettere) per i clienti e i fornitori. Idem per i registri di fabbrica.
Anche le carte relative alla produzione (tra cui quelle inerenti la lavorazione e al commercio dei tessuti karakuls) e quelle riferite al personale sono pressoché integre e ben conservate.
Secondo una prima analisi l’insieme dei campionari può essere suddiviso in due grandi gruppi a seconda della coincidenza o differenza tra soggetto conservatore e produttore.
La scansione cronologica di campionari Trabaldo Togna è così riassumibile: una prima serie, l’unica che presenta anche indicazioni sui prezzi e contiene la corrispondenza dell’azienda dedicata ai rappresentanti (ordini, richieste e lavori), si può riferire agli anni ‘50-’60, una seconda all’arco temporale che intercorre tra gli anni ’50-’80, una terza agli anni ’80 e un’ultima non databile per mancanza di elementi sicuri. Le serie constano rispettivamente di circa 42, 131, 5 e 13 “pezzi”, ossia volumi di ritagli rettangolari di tessuti di varie tipologie sebbene tra loro “coerenti” serie per serie. Lo stato di conservazione è discreto. In una certa porzione di campionari sono indicati i principali clienti (confezionisti e grossisti), presenti in alcuni casi anche in didascalie di copertina. Tra i nomi più diffusi si possono notare: San Remo (probabilmente la San Remo Moda Uomo di Caerano San Marco, Treviso), G.F.T. Gruppo Finanziario Tessile di Torino, Ellesse di Perugia, Belfe di Marostica (Vicenza), Max Mara di Reggio Emilia, Vitale (grossista) di Biella, McQueen, Marzagalia e Baroli. Da segnalare inoltre la presenza sia di schede tecniche che riportano indicazioni sulle armature dei tessuti e sulle modalità di tessimento sia di cartelle colori o raccolte di referenze per la clientela.
Tra i campionari delle due consecutive aziende Trabaldo Togna si conta anche una discreta quantità di quaderni di tendenza. Per queste raccolte risulta più difficile individuare una specifica collocazione temporale, tuttavia la maggior parte di tale sezione può essere ricondotta agli anni ’50-’60 e ’80. Lo stato di conservazione è variabile, discreto nel complesso. Le “case” di provenienza più rappresentate sono: Bruno Sassi di Milano, Garmì di Valle Mosso, S.A.T.A.M. di Milano e Société des Nouveautés Textiles di Parigi
La parte più consistente della documentazione si riferisce all’esercizio del Lanificio Adolfo Trabaldo Togna, condotto dal figlio e successore di Pietro, articolato in più stabilimenti (a Pray, Pianceri e Flecchia). Sono complete le serie delle fatture e della corrispondenza (con copialettere) per i clienti ed i fornitori per il cinquantennio successivo agli Anni ’20. Idem per i registri di fabbrica. Anche le carte relative alla produzione (tra cui quelle prodotte in merito alla lavorazione e al commercio dei tessuti karakuls) e la documentazione relativa al personale sono pressoché integre e ben conservate. Oltre ai documenti legati all’attività in Valsessera, nel fondo si trovano anche carteggi riconducibili a varie realtà produttive (più che altro relative alla filatura) gestite a Torino sotto forma di società partecipate a cavallo dell’ultima guerra. I documenti riguardano gli ultimi trent’anni di attività del Lanificio Trabaldo Pietro Togna e i primi trenta di quella della fabbrica gestita dal figlio Adolfo. Sussiste una rassicurante continuità documentaria e appaiono complete le serie delle fatture e della corrispondenza (con copialettere) per i clienti e i fornitori. Idem per i registri di fabbrica.
Anche le carte relative alla produzione (tra cui quelle inerenti la lavorazione e al commercio dei tessuti karakuls) e quelle riferite al personale sono pressoché integre e ben conservate.
Secondo una prima analisi l’insieme dei campionari può essere suddiviso in due grandi gruppi a seconda della coincidenza o differenza tra soggetto conservatore e produttore.
La scansione cronologica di campionari Trabaldo Togna è così riassumibile: una prima serie, l’unica che presenta anche indicazioni sui prezzi e contiene la corrispondenza dell’azienda dedicata ai rappresentanti (ordini, richieste e lavori), si può riferire agli anni ‘50-’60, una seconda all’arco temporale che intercorre tra gli anni ’50-’80, una terza agli anni ’80 e un’ultima non databile per mancanza di elementi sicuri. Le serie constano rispettivamente di circa 42, 131, 5 e 13 “pezzi”, ossia volumi di ritagli rettangolari di tessuti di varie tipologie sebbene tra loro “coerenti” serie per serie. Lo stato di conservazione è discreto. In una certa porzione di campionari sono indicati i principali clienti (confezionisti e grossisti), presenti in alcuni casi anche in didascalie di copertina. Tra i nomi più diffusi si possono notare: San Remo (probabilmente la San Remo Moda Uomo di Caerano San Marco, Treviso), G.F.T. Gruppo Finanziario Tessile di Torino, Ellesse di Perugia, Belfe di Marostica (Vicenza), Max Mara di Reggio Emilia, Vitale (grossista) di Biella, McQueen, Marzagalia e Baroli. Da segnalare inoltre la presenza sia di schede tecniche che riportano indicazioni sulle armature dei tessuti e sulle modalità di tessimento sia di cartelle colori o raccolte di referenze per la clientela.
Tra i campionari delle due consecutive aziende Trabaldo Togna si conta anche una discreta quantità di quaderni di tendenza. Per queste raccolte risulta più difficile individuare una specifica collocazione temporale, tuttavia la maggior parte di tale sezione può essere ricondotta agli anni ’50-’60 e ’80. Lo stato di conservazione è variabile, discreto nel complesso. Le “case” di provenienza più rappresentate sono: Bruno Sassi di Milano, Garmì di Valle Mosso, S.A.T.A.M. di Milano e Société des Nouveautés Textiles di Parigi