Argomento
Forza motrice idraulica
La forza motrice idraulica, quella che nel Biellese era generata dall'acqua dei torrenti attraverso un fitto sistema di canalizzazione e di "salti d'acqua", è stata l'elemento fondamentale per lo sviluppo della protoindustria e, all'inizio dell'Ottocento, dell'industria tessile vera e propria. La potenza sviluppata da un "salto d'acqua", espressa in cavalli dinamici da 75 chilogrammetri ciascuno, era di semplice calcolo e consentiva, al di là di minime approssimazioni e di ininfluenti arrotondamenti, di definire un ordine di grandezza non solo tecnico, ma anche giuridico e fiscale. La formula per la determinazione della forza motrice idraulica ricalcava quella del calcolo del "lavoro" inteso come "forza per spostamento", dove la forza era la portata del canale di derivazione (roggia o bealera) misurata in "moduli" (un "modulo" corrisponde a 100 litri d'acqua al secondo) e lo spostamento era la differenza di quota tra il punto di captazione (l'opera di presa della derivazione rispetto al corso d'acqua) e il sito di utilizzo (la ruota idraulica o la turbina messa in movimento dall'acqua canalizzata). Il risultato della moltiplicazione (chilogrammi o litri per metri) era quindi espresso in chilogrammetri, ma la documentazione dell'epoca riportava detta misura in cavalli dinamici, ottenuti dividendo detto risultato per 75. Per rendere più chiaro il principio si può utilizzare il caso dell'ex Lanificio Fratelli Zignone della Vallefredda di Pray (oggi è più noto come Fabbrica della Ruota). I fratelli Zignone inoltrarono la loro richiesta nell'agosto del 1877 e ottennero all'inizio del 1878 una concessione per derivare 2 moduli d'acqua dal torrente Ponzone. Considerato che il "delta" tra l'opera di presa e la ruota idraulica era di circa 11,6 metri è possibile stabilire una potenza di 2.320 chilogrammetri, ovvero di circa 31 cavalli dinamici (2.320 diviso 75). In effetti il Regio Decreto sottoscritto da Umberto I il 28 gennaio 1878 stabiliva che la potenza nominale fosse di 31 cavalli dinamici e non di più. Conosciuta la quantità della forza motrice era dunque facile applicare alla concessione trentennale il canone annuo di 4 lire per ogni cavallo dinamico. Gli Zignone avrebbe perciò pagato 124 lire all'anno per usufruire dell'acqua del Ponzone